27/09/2000
( Brescia ) |
SCORPA 2001 – PROVA
Al mondiale in
Italia dell’anno scorso, un amico mi aveva mostrato delle
fotocopie in bianco e nero di una nuova moto che a breve ci
saremmo trovati sul mercato. Non nuovo il marchio ma nuova come
concezione e strutturazione generale. Si trattava della futura
Scorpa.
Vedendola, mi
tornavano alla mente le parole di un vecchio amico, Valentino Mora
che ancora prima di quanto sopra mi aveva confidato (da persona
informata dei fatti in quanto distributore per l’Italia della
Scorpa) (distributore, non importatore che è e rimane BASERCROSS),
che la Scorpa aveva probabilmente concluso con la Yamaha un
accordo per la costruzione di un nuovo motore da trial da montare
in sostituzione del generoso ma obsoleto Rotax. Questo sarebbe
coinciso con la presentazione di una moto veramente innovativa.
Queste parole, dette a noi trialisti scafati non possono fare
altro effetto di quello che capita a chi guarda una serata di
fuochi d’artificio, dopo averne viste di ogni e sapendo che il
top è il finale, non riesci proprio ad immaginarti in che modo
riusciranno ancora a stupirti. Scusate lo sproloquio iniziale ma
parlando con degli amici (è così che vi ritengo), quando trovi
dei buoni ascoltatori (e voi lo siete vostro malgrado), tendi a
lasciarti andare un po’. Bene veniamo al dunque. Tutti
l’avevano vista, alcuni la avevano anche provata, foto in
internet abbondanti, provata anche dal mio web-master (ma dico mi
rubi il “lavoro”!?) e io niente.
Bisognava darci un taglio, detto fatto cerco Valentino il
quale mi dice che non ci sono problemi, la sera dopo a 30 km da
casa mia, a Monte Magno una bellissima località vicina a Gavardo
(BS) ci si trova, lavata e stirata ce la troviamo lustra che
aspetta solo noi. Da fotografare ce n’è veramente tanto, i
particolari che fanno scendere la bava all’angolo della bocca
sono tantissimi. Certo bisogna essere un poco maniaci di meccanica
e avere il palato fino sennò alcuni delizie possono sfuggire. Ma
noi trialisti siamo un poco tutti uguali, pignoli, raffinati,
sempre alla ricerca di qualche cosa che ci faccia vibrare; quindi
pochi di noi non sapranno apprezzare il piatto raffinato che
qualche Grand Chef d’oltralpe ci ha saputo sfornare. Lascio alle
foto il compito di mostrarvi alcune di queste “chicche”. Io
cercherò di darvi la mia impressione più sincera. Raffrontata
con i due amici convenuti assieme a me per la prova (Marelli e
Guardo). Rumore sordo cupo, da motore di cilindrata superiore.
Sembra un poco “grassa” ma è dovuto all’uso di benzina
verde e di miscela al 2,5% secondo le indicazioni della casa per
il rodaggio. Non si può pretendere grande pulizia e prontezza con
un combustibile più simile al gasolio che non alla super. Però
la moto gira bene lo stesso. Vista dall’alto è esile e non ci
sono sporgenze “pericolose”, abbiamo provato varie posizioni
per il manubrio ma è inutile che ve lo spieghi perché poi tanto
ognuno farà secondo le sue esigenze, sappiate però che la moto
è sensibile a questi piccoli spostamenti e la guida cambia
parecchio. Marce lunghe, è già stato detto ma comunque una volta
capita la dosatura del gas la puoi usare anche in terza e senza
scannare la frizione, dalle fiducia e lei ti ricambia senza
tradirti. Il motore è veramente generoso, eroga potenza ma
dolcemente, in modo lineare, reazioni molto prevedibili e non solo
per il motore ma anche per le sospensioni, la forcella anteriore
è docile, difficile trovarsi aggrappati e in discesa scommetterei
con chiunque che non riesce a storcerla neppure di un millimetro,
questo grazie alle piastre rigidissime (guardate l’esecuzione
dal pieno!!) ed al robusto ponticello. Il monoammortizzatore
(senza leveraggi) SACHS deve aver fatto passare notti insonni ai
suoi progettisti ma alla fine hanno trovato il sonno dei giusti.
Il posteriore è come se non fosse una presenza ingombrante, lui
ti segue, docile, recupera i tuoi errori, assorbe gli ostacoli che
non sei riuscito ad anticipare bene, abbastanza frenato (ma
sfrenarlo è un attimo attraverso un forellino davanti alla sella
ed un piccolo cacciavite), composto incassa e non ti scompone, non
l’ho provato su grandi ostacoli (non c’era niente di alto, e
forse è meglio così, per Valentino, la sua moto e per me) ma a
mio parere dovrebbe lavorare in modo molto soft e controllato
anche su questi. |


L'attacco del mono

Valentino Mora

Vista delle piastre ricavate dal pieno
|
Curva
bene, si lascia tirare per le corna con facilità e chiude
con naturalezza quelle curvette sulle quali ti ci
imbestialisci per delle ore. Freni ottimi (bellissimi i
dischi e belle le pinze a 4 pistoncini all’anteriore e
nascosta dietro al forcellone la posteriore). La frizione,
servita da una pompa (vedi foto) grande come un cioccolatino
è armonica con il resto della moto, morbida, molto
progressiva e senza intoppi o strappeggi. Il telaio è una
bella realizzazione e forse per primo, raggiunge il mitico
risultato di unire idealmente il cannotto di sterzo con il
perno del forcellone che, a detta dei tecnici, offre i
migliori risultati in fatto di rigidità e robustezza. A me
la moto è piaciuta parecchio e me ne sono tornato a casa
con la voglia di riprovarla; lo stesso i miei due amici,
pareri quasi unanimi. Insomma, per rendervi l’idea ricorda
un poco quei maggiordomi che vedi nei vecchi film,
silenziosi, discreti, omnipresenti ed estremamente efficaci
nell’anticipare ogni piccolo problema; oppure è come
possedere un arrogante cane chiassoso e attaccabrighe o
invece un corpulento, docile e tranquillo mastino
napoletano, che dietro la sua paciosa serenità nasconde una
forza poderosa. Io la ritengo un’ottima esecuzione di pura
tecnica trialistica, lo capisci che è stata costruita con
grande passione da grandi appassionati e seppur facendosele
pagare, ti offrono alcune cose altrimenti introvabili.
Pedane ricavate dal pieno!, piastre ricavate dal pieno!,
collettore di scarico in acciaio inox spazzolato e in soli
due pezzi!, leva freno posteriore ricavata dal pieno!, gomme
ricavate dal pieno! (no quelle no!), bé si sono dati
veramente da fare, per ottenere un prodotto sofisticato,
impensabile per una produzione di serie fino a qualche anno
fa. Il motore non è il vecchio Yamaha formato bidet che
tutti abbiamo conosciuto ma una realizzazione interamente
nuova, basta guardarlo nelle sue dimensioni per capirlo. Non
so se questa sarà la moto che vi farà primeggiare nella
vostra categoria, certo è che portandola alla gare, sarà
come andare al bar a prendere l’aperitivo con la più
bella ragazza del paese.
Adesso vi devo confidare una cosa, la Scorpa la
produco e la vendo io e questo vi farà capire il perché di
quanto vi ho descritto sin’ora. A parte gli scherzi, non
sarà che come succede con le donne, man mano che invecchi
te ne dispiacciono sempre meno e lo stesso avvenga anche con
le moto da trial? Mah, ai posteri l’ardua sentenza. Ciao a
tutti
Mace

La minuscola pompa frizione
|
|




Il Mace in azione con la Scorpa
|
vedi
la prova della Scorpa fatta dal Web Master |
|
Servizio
di Alberto Maccechini - prova di Alberto Maccechini- Roberto
Marelli e Maurizio Guardo |
|
|